Prostituirsi
“Come si fa a non vendersi l’anima /quando sei tu che vorresti comprarmela?”
cantava Ornella Vanoni in una canzone di molti anni fa…
Già, perché non è mai (solo) il corpo che ci si vende, che si prostituisce, ma è proprio “l’anima”. Che vendi o che più spesso ti viene rubata. La dignità, il tuo profondo più intimo, la coerenza del tuo pensiero, i desideri più profondi, la fonte stessa della tua vita che resta in attesa di realizzarsi pienamente.
In un colpo solo, violentemente, oppure risucchiata un po’ alla volta, demolita pezzo dopo pezzo.
La radice della prostituzione è proprio questa: l’idea che ogni cosa sia in vendita, che il mercato sia la legge suprema, che tutto sia soggetto al mercato, con la bella etichetta del prezzo attaccata.
Si parla del mercato del lavoro: forse che il lavoro più che merce da comprare non dovrebbe essere espressione creativa della persona e/o mezzo di partecipazione sociale?