1. Cos’è Re-in-surrezione: per S-velare e fermare ogni abuso?
Il laboratorio Re-insurrezione si occupa di stanare e denunciare gli abusi ai danni delle religiose e di altre donne che appartengono o appartenevano a movimenti religiosi ecclesiali.
Gli abusi sono di varia natura: spirituali, di coscienza, psicologici, patrimoniali, sessuali. Abbiamo constatato che gli abusi sessuali, che maggiormente scuotono e indignano, sono solo l’ultimo anello di una serie di manipolazioni, inganni, vessazioni, soprusi, macchinazioni, dove le logiche della sudditanza, del ricatto e dell’omertà sono la regola. Sono l’espressione estrema di dinamiche abusive inflitte: nella maggior parte dei casi abusi non sessuali sono molto più sottili e difficili da oggettivare e riconoscere.
Noi affermiamo, e lo abbiamo scritto a chiare lettere nel comunicato Caso Rupnik: non basta più l’indignazione! che gli abusi tutti non sono casi eccezionali, non vanno letti come sindromi psicopatiche sfuggite dal controllo; sono invece espressioni “fisiologiche” di un sistema la cui anima è una struttura gerarchica, dove vige il principio di obbedienza e di segretezza, e dove si annida e si alimenta “naturalmente” il pervertimento del sentirsi onnipotenti e invincibili. Il fatto che le vittime siano donne non può essere letto in un quadro di perversione morbosa, come spesso si fa, ma come l’ennesima manifestazione del dominio maschile, che si dispiega come potere kiriarcale.
In questi contesti si rivela da parte dei perpetratori un piacere sadico che si accompagna ai loro inconfessabili godimenti narcisistici che le gerarchie religiose non sanzionano ma spesso coprono, vanificando i tentativi di denuncia sia alle autorità religiose che statali; abbiamo constatato che in Italia i colpevoli dei reati vengono per lo più protetti dall’istituzione per non infangarne l’immagine “pura”, vengono tollerati da una mentalità clericale che non si prende affatto cura delle vittime, dei traumi arrecati, ma preserva la propria millenaria auctoritas, in cui si arrocca una casta di uomini celibi che si sono autoeletti gli unici che possono gestire “legittimamente” l’universo del sacro. Così, come in regimi totalitari, le menti vengono “educate” a compiacere l’autorità, ad aderire acriticamente, a schierarsi dalla parte di chi, riconosciuto come incarnazione del divino, le blandisce, poi le spaventa e le emargina se non si adeguano.
Esistono però figure coraggiose che stanno prendendo coscienza di tale tirannia, e alzano la voce; noi lavoriamo con loro per questa opera di smascheramento, non solo per solidarietà, ma perché “partiamo da noi”: tutte noi, anche in forme meno traumatiche, abbiamo subito, dalle Chiese, offese e svilimento della nostra dignità di donne.
2. Chi fa parte del laboratorio?
Re-insurrezione comprende donne e uomini appartenenti ad associazioni (Donne per la Chiesa, Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne) che da anni si espongono per rendere riconoscibili, visibili e non più occultate le dottrine, le pratiche e le condotte misogine che governano la Chiesa cattolica; la rete comprende inoltre alcune persone che fanno parte di aggregazioni che raggruppano chi è stato manipolato e abusato in congregazioni o in contesti ecclesiali.
3. Chi può farne parte?
Tutte e tutti coloro che condividono questo protocollo, che fanno parte di varie comunità religiose anche non cristiane, o che non hanno alcun legame con ambiti religiosi ma desiderano lavorare per smascherare, far emergere (s-velare) tutti gli abusi (ogni tipo di abuso), con l’obiettivo di contrastarli e soprattutto fermarli.
4. Re-insurrezione collabora in autonomia con il Coordinamento #Italychurchtoo.
Gennaio 2023